ORGANISMI PASTORALI
CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è espressione segno e strumento di promozione della comunione responsabile “dei membri” della Parrocchia, nel pluralismo del loro servizio alla missione di salvezza di Cristo. Ad esso compete lo studio e la promozione di tutte le iniziative ordinate alla nascita della vita cristiana nella comunità parrocchiale, con particolare riferimento ai tre settori fondamentali: catechesi, liturgia e carità.
NATURA E FUNZIONE
II Consiglio Pastorale Parrocchiale è un organo di comunione che, come immagine della Chiesa, esprime e realizza la corresponsabilità dei fedeli (presbiteri, diaconi, consacrati e laici) alla missione della Chiesa, a livello di comunità cristiana parrocchiale. È il luogo dove i fedeli, soprattutto i laici, possono esercitare il diritto dovere loro proprio, di esprimere il proprio pensiero ai pastori e comunicarlo anche gli altri fedeli, circa il bene della comunità cristiana parrocchiale: in tal modo esercitano nella Chiesa la missione regale di Cristo di cui sono stati fatti partecipi con i sacramenti del Battesimo e della Confermazione. La funzione principale del Consiglio Pastorale Parrocchiale sta pertanto nel ricercare, studiare e proporre conclusioni pratiche in ordine alle iniziative pastorali che riguardano la parrocchia.
In particolare è chiamato a:
- analizzare approfonditamente la situazione pastorale della parrocchia;
- elaborare alcune linee per il cammino pastorale della parrocchia, in sintonia con il cammino pastorale della Diocesi;
- offrire il proprio contributo in ordine alle attività del Consiglio Pastorale Zonale e del Consiglio Pastorale Diocesano;
- avere attenzione a tutte le questioni pastorali, non esclusi i problemi pubblici e sociali della comunità, la cui trattazione e soluzione appaiono necessarie per la vita della parrocchia;
- le questioni economiche della parrocchia di per sé sono di competenza del Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici (can. 537), tuttavia il Consiglio Pastorale sarà interessato a occuparsi anche degli aspetti economici, soprattutto dal punto di vista pastorale. In caso di decisioni relative a strutture della parrocchia, il Consiglio Pastorale è l’organismo che deve indicare soprattutto le linee orientatrici da adottare, lasciando al Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici l’impegno di occuparsi degli aspetti ‘tecnici’.
Il Consiglio si riunisce più volte l’anno per programmazione annuale e poi per programmare i tempi forti e le diverse attività pastorali della Parrocchia. Quest’anno è chiamato a preparare la Visita Pastorale del nostro Vescovo che visiterà la nostra comunità nel prossimo autunno.
CONSIGLIO AFFARI ECONOMICI PARROCCHIALE
Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici è formato dal Parroco e da alcuni fedeli scelti dallo stesso Parroco. E’ l’organo di collaborazione dei fedeli alla gestione amministrativa della Parrocchia.
Il C.P.A.E. ha i seguenti scopi:
- Coadiuvare il Parroco nel predisporre il bilancio preventivo della Parrocchia, elencando le voci di spesa prevedibili per i vari settori di attività e individuando i relativi mezzi di
- Approvare, alla fine di ciascuno esercizio, previo esame dei libri contabili e della relativa documentazione, il rendiconto consuntivo. Il Consiglio Pastorale Affari Economici è composto dal Parroco, che di diritto ne è il Presidente e da almeno tre fedeli laici, nominati dal Parroco, sentito il parere del Consiglio Pastorale o, in sua mancanza, di persone mature e prudenti; i Consiglieri devono essere eminenti per integrità morale, attivamente inseriti nella vita parrocchiale, capaci di valutare le scelte economiche con lo spirito ecclesiale e possibilmente esperti in economia. Durano in carica tre anni e il loro mandato può essere Non possono essere nominati membri del C.P.A.E. i congiunti del Parroco fino al quarto grado di consanguineità o affinità e quanti hanno in essere rapporti economici con la Parrocchia.
OBIETTIVI
- Approvare alla fine di ogni anno, previo esame dei libri contabili e della relativa documentazione, il rendiconto consuntivo.
- Coadiuvare il Parroco nel predisporre il bilancio preventivo della Parrocchia elencando le voci di spesa prevedibili per i vari settori di attività ed individuando i relativi mezzi di
- Esprimere parere sugli atti di straordinaria amministrazione quali l’acquisto di beni immobili;
- L’esecuzione di lavori di ristrutturazione e di manutenzione straordinaria;
- L’accettazione di donazioni, eredità, legati;
- La cessione in uso, a qualsiasi titolo, di locali pertinenti al complesso parrocchiale a privati o associazioni.
ATTIVITA’
- Esercizio finanziario della Parrocchia che va dal l gennaio al 31 dicembre di ogni
- Formulazione del bilancio preventivo che, dal Parroco, sarà poi inviato al Vescovo per l’approvazione.
- Aggiornamento annuale dello stato patrimoniale della
- Inventario dettagliato dei beni mobili, sia preziosi, sia riguardanti i beni culturali, e delle altre cose.
- Proporre iniziative per reperire risorse necessarie per la realizzazione, sia di attività pastorali che di lavori riguardanti il complesso parrocchiale.
LA CARITAS PARROCCHIALE
«L’amore del prossimo radicato nell’amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo fedele, ma è anche un compito per l’intera comunità ecclesiale, e questo a tutti i suoi livelli: dalla comunità locale alla Chiesa particolare fino alla Chiesa universale nella sua globalità». (cfr. DCE, 20).
La Caritas parrocchiale è l’organismo pastorale istituito per animare la parrocchia, con l’obiettivo di aiutare tutti a vivere la testimonianza, non solo come fatto privato, ma come esperienza comunitaria, costitutiva della Chiesa. L’idea stessa di Caritas parrocchiale esige, pertanto, una parrocchia “comunità di fede, preghiera e amore”. Questo non significa che non può esserci Caritas dove non c’è “comunità”, ma si tratta piuttosto di investire, le poche o tante energie della Caritas parrocchiale nella costruzione della “comunità di fede, preghiera e amore”. Come se la testimonianza comunitaria della carità fosse insieme la meta da raggiungere e il mezzo, (o almeno uno dei mezzi), per costruire la comunione. Un esercizio da praticare costantemente.
COSA CI SI ASPETTA DALLA CARITAS PARROCCHIALE?
Ogni parrocchia, che è volto della Chiesa, concretizza la propria missione attorno
- all’annuncio della parola
- alla celebrazione della grazia
- e alla testimonianza dell’amore.
È esperienza comune che ci siano, in parrocchia, una o più persone che affiancano il parroco nella cura e nella realizzazione di queste tre dimensioni. Sono gli “operatori” pastorali, coloro che “fanno” (opera) concretamente qualcosa. Dopo il Concilio Vaticano II, la pastorale si arricchisce di una nuova figura: colui che “fa perché altri facciano“, o meglio, “fa, per mettere altri nelle condizioni di fare“. È “l’animatore pastorale“.
La Caritas parrocchiale, presieduta dal parroco, è costituita da figure di questo tipo: un gruppo di persone (ma nelle piccole comunità può trattarsi anche di una sola persona) che aiuta il parroco sul piano dell’animazione alla testimonianza della carità più che su quello operativo di servizio ai poveri. L’obiettivo principale è partire da fatti concreti – bisogni, risorse, emergenze – e realizzare percorsi educativi finalizzati al cambiamento concreto negli stili di vita ordinari dei singoli e delle comunità/gruppi, in ambito ecclesiale e civile (animazione).
COME LAVORARE PER UN COSÌ ALTO OBIETTIVO?
L’esperienza e la riflessione avviata negli ultimi anni portano a definire alcuni elementi cardine su cui fondare il lavoro di ogni caritas anche in parrocchia:
- la definizione dei destinatari/protagonisti del servizio di animazione: i poveri, la Chiesa e il territorio/mondo
- un metodo di lavoro basato sull’ascolto, sull’osservazione e sul discernimento, finalizzati all’animazione
- la capacità di individuare, tra tutte le azioni possibili, quelle in grado di collegare emergenza e quotidianità, cioè di intervenire nell’immediato e portare ad un cambiamento nel futuro
- la scelta di costruire e proporre percorsi educativi, in grado di incidere concretamente nella vita delle persone e delle comunità.
Centrare sull’animazione e sul metodo pastorale il mandato della Caritas, ridimensionando le aspettative sul piano operativo, svincola la possibilità di costituire l’organismo pastorale dalle dimensioni e dalla situazione della parrocchia. In ogni contesto, infatti, seppure con modalità diverse, è possibile promuovere la cura delle relazioni, la conoscenza del contesto, la possibilità di scegliere insieme come agire, alla luce della missione della Chiesa nel mondo.